Buon pomeriggio Sig. Davide, giro la risposta dell'autore: Ravaro. Non so. è una foto di molti anni fa, forse tratta…
Catari Capitolo III
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Catari Capitolo III
L’assalto al borgo fortificato di Sirmione.
Alla testa delle milizie si mossero Alberto della Scala fratello di Mastino, ideatore della tragica cattura dei Catari a Sirmione il 12 novembre 1276; Pinamonte Bonacolsi capitano del popolo di Mantova, padre di Filippo Bonacolsi l’inquisitore francescano in carica e il frate francescano Temidio, vescovo di Verona già inquisitore. Presero 166 donne e uomini e li portarono in città, si presume, a piedi o su carri. Quindici mesi intercorsero tra la cattura e l’esecuzione, che non fu l’unica a Verona: la prima avvenne nel 1184 in occasione dell’incontro tra papa Lucio III e Federico Barbarossa; la seconda nel 1233, quando sessanta uomini e donne ex melioribus furono arsi nell’odierna Piazza Erbe. Che Verona fosse centro ereticale importante è documenta anche dall’esistenza nel 1184 di una scuola retta da un magister, per abilitare all’insegnamento.
Qualcuno forse abiurò, altri confessarono; sta di fatto che il numero dei condannati in Arena passò da 166 a 200. Pur stremati, i vescovi predicarono e consolarono. Aumentarono i Puri, mondati dal peccato, che continuarono a pregare, secondo la propria regola, quindici volte al giorno, non desiderando altro che liberarsi dal mondo materiale. Per quanto possibile, ripeterono i loro riti purificatori, anche il Consolament, il battesimo spirituale: qualche donna riuscì a nascondere tra le vesti il libro del Nuovo Testamento, da posare sulla testa del neofita con l’imposizione delle mani e la recita del Padre Nostro. Come nelle due settimane intercorse tra la resa e il rogo di Montsegur, così nei quindici mesi di prigionia cercarono di praticare i loro riti.
Ebbero il tempo, i vescovi uomini e donne, di impartire il Melioramentum – i credenti si inginocchiano davanti ai Perfetti dicendo tre volte Benedicete – e il Consolamentum, il battesimo spirituale, non il Giovannita tramite l’acqua santa, ma con l’imposizione delle mani e del Libro sopra la testa a chi ne fosse degno – come viatico verso la felicità eterna dello spirito. Così benedetti e sorretti dallo Spirito Santo e dalla sua sposa mistica Maddalena, aspettarono la morte sopra le fascine infiammate. Entrarono presto nel tunnel luminoso della premorte, attraversarono i sette cieli delle tentazioni e furono accolti dal Padre, che mai aveva smesso di amare le loro anime, seppure rinchiuse nei corpi.
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Claudia Farina
Giornalista e scrittrice, vive a Verona. Specializzata in stampa turistica, cultura del vino ed eresie medievali, è direttrice della rivista Gardamore. Ha scritto articoli e libri inerenti il lago di Garda, l’Africa, il Medio Oriente e altri Paesi. Fa parte di varie Associazioni tra cui Le Donne del vino; Wigwam (Rete associativa per lo sviluppo equo, solidale e sostenibile delle Comunità locali); Fidapa (Federazione italiana donne arti professioni affari ); Onav (Organizzazione nazionale assaggiatori di vino). Ultimi libri pubblicati: “Sull’onda. Intrecci d’amore e di viaggio” Delmiglio editore; per Cierre Grafica ha scritto “Catari sul Garda. Maddalena l’apostola e il vescovo donna”; “La svolta nei racconti di dieci donne”; “Boni Homini. Sulle tracce dei Catari e di Maria Maddalena”; “Puri Cristiani. I Catari dal Piemonte alla Sicilia”. Scrive di tutto ciò che la interessa sul blog del suo sito www.claudiafarina.com