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La Cenerentola
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La Cenerentola
La favola di Rossini al Teatro Filarmonico di Verona fino al 24 novembre
Spettacolo per tutti nella vivace regia di Manu Lalli, tra gag ed emancipazione.
In scena Kataeva, Adaini, Luongo, Lepore, con l’Orchestra e il Coro di Fondazione Arena diretti da Francesco Lanzillotta
Repliche, oggi mercoledì 20 alle 19, venerdì 22 alle 20, e domenica 24 novembre alle 15.30
La Cenerentola, scritta in soli 30 giorni tra Natale 1816 e gennaio 1817 per Roma, è uno dei capolavori di Rossini e la sua opera più amata insieme al Barbiere. Grazie anche al pirotecnico libretto di Ferretti, conquistò presto il pubblico e si stabilì in repertorio, tuttavia comparendo nelle stagioni di Fondazione Arena una sola volta, 8 anni fa. Domenica 17 La Cenerentola è finalmente tornata al Teatro Filarmonico con grande successo di pubblico. Dopo il primo sold-out, replica per altre tre rappresentazioni fino al 24 novembre.

Il ‘dramma giocoso’ della ‘bontà in trionfo’ mescola abilmente gag, scioglilingua, crescendo, ma anche momenti di tenerezza profonda, malinconia, scoperta di sé, perdono. È la chiave della lettura di Manu Lalli, regista dell’allestimento fiorentino, fedele al libretto ma con uno sguardo sull’emancipazione giovanile, con un principe che fugge un matrimonio combinato e cerca personalmente l’amore, e femminile, con una protagonista che vince la grettezza della famiglia adottiva con la lettura, l’empatia e il perdono.

Sulle scene di Roberta Lazzeri e nei costumi di Gianna Poli, debutta a Verona il mezzosoprano Maria Kataeva, nei panni di una Angelina/Cenerentola consapevole e coraggiosa. Il principe Ramiro è il tenore Pietro Adaini, esperto belcantista come i buffi mattatori Dandini di Alessandro Luongo (cameriere del principe) e Don Magnifico di Carlo Lepore (avido patrigno). Le sorellastre Clorinda e Tisbe sono interpretate dal soprano Daniela Cappiello e dal mezzosoprano Valeria Girardello, già apprezzate anche nel Festival areniano, come l’Alidoro del basso Matteo D’Apolito (alternato il 20 a Gabriele Sagona), deus ex machina della vicenda. Sul podio, l’atteso ritorno di Francesco Lanzillotta, alla guida dell’Orchestra di Fondazione Arena e del Coro preparato da Roberto Gabbiani.

La Cenerentola torna in scena mercoledì 20 novembre alle 19, venerdì 22 novembre alle 20 e domenica 24 novembre alle 15.30. Biglietti, disponibili al link https://www.arena.it/it/teatro-filarmonico, alla Biglietteria dell’Arena e, due ore prima di ogni recita, alla Biglietteria stessa del Teatro Filarmonico in via Mutilati.
È già possibile diventare nuovi abbonati alle stagioni Lirica e Sinfonica 2025 di Fondazione Arena: una stagione speciale per i 50 anni dalla riapertura del Teatro Filarmonico, con titoli e programmi imperdibili dal ‘700 alla contemporaneità, passando per il grande repertorio da Mozart a Puccini.

La nuova BCC Veneta è main sponsor della Stagione Artistica 2024 del Teatro Filarmonico.
ARENA YOUNG
Prosegue la ricca programmazione di Arena Young, spettacoli, incontri e iniziative di Fondazione Arena per bambini, studenti, famiglie, personale di scuole, università, accademie. Con Andiamo a teatro, il mondo della Scuola potrà assistere alle rappresentazioni infrasettimanali al Teatro Filarmonico e partecipare al Preludio un’ora prima dello spettacolo: un momento di approccio alla trama, ai personaggi e al linguaggio del teatro in musica, a cura di Fondazione Arena, nella prestigiosa Sala Maffeiana. Per La Cenerentola è possibile partecipare al Preludio mercoledì 20 novembre alle 18 e venerdì 22 novembre alle 19.
Info e prenotazioni: Ufficio Formazione scuola@arenadiverona.it – tel 045 8051933
La Cenerentola
Note di regia
di Manu Lalli
25 gennaio 1817 Roma, debutta al Teatro Valle La Cenerentola del maestro Rossini. Gioachino in quel periodo è nel pieno della sua carriera, osannato in tutta Europa, amato dalle donne e richiesto nei salotti borghesi; tutti cantano la sua musica, tutti vogliono le sue opere. Si sposta fra Napoli, Roma, Venezia, Milano. Ha un’energia inesauribile, una vivacità creativa e un genio smisurati. È diventato in pochissimo tempo, e a soli 25 anni, uno dei compositori più floridi e veloci al mondo. È “leggenda” infatti (leggenda che lo stesso Rossini non si è mai preso la briga di smentire) che la Cenerentola sia stata scritta in soli 30 giorni! Un mese per scrivere la sua opera buffa forse più popolare!
Ma a cosa si deve tutta questa popolarità? E perché Rossini scrive proprio la Cenerentola a Roma? Stendhal e Byron sostenevano che l’opera fosse “l’oppio italiano” e che gli italiani, non potendo creare romanzi, come negli altri paesi d’Europa, a causa della censura e della repressione, si potessero dedicare solo alla musica. Ma forse si sbagliavano: l’opera proprio come il romanzo (da cui spesso trovava ispirazione) seminava idee di riscatto, criticava, accusava, contagiava con la voglia di libertà i giovani, rendeva ridicoli i potenti, banali i titoli nobiliari e i vezzi della nuova borghesia. Rossini sceglie Cenerentola assieme a Ferretti perché le autorità ecclesiastiche avevano censurato il libretto dell’opera che avrebbe dovuto scrivere. Ma non rinuncia a usare come al solito la musica come diversivo, nascondendo dentro le note temi tutt’altro che leggeri, quali invece la storia dalla quale l’opera prende ispirazione suggerirebbe.
Cenerentola, infatti, è certo una fiaba (e in questa versione le suggestioni narrative della fiaba classica, sono mantenute quasi per intero, dalla fata, alla zucca), ma è anche molto di più. Rossini scrive come uomo del suo tempo e ciò che scrive, pur senza una dichiarata intenzione edificante, risponde al sentire comune del tempo nel quale l’artista vive e lavora. È la storia del desiderio di un riscatto sociale che così tanto in quel momento storico l’Italia sta vivendo. Un desiderio di libertà, ma più ancora di rivendicazione di diritti, che in tutto il paese, come in casa del cattivo Barone, patrigno di Angelina, sono stati repressi dalla stupidità e dall’ignoranza. Le malvagie sorelle e il tremendo Don Magnifico (che fa ridere proprio a causa della sua immensa stupidità) sono gretti, incivili, ignoranti, strappano pagine dei libri che Cenerentola conserva dalla biblioteca della madre, libri di un passato fatto di lettere e poesia.
Una volta c’era un re proprio come nel Pinocchio di Collodi è la prima parola che Cenerentola dice all’inizio dell’opera. I suoi sogni, le sue aspettative, la sua bontà, si alimentano di libri, di fiabe, di poesie. Le fate, che guidate da Alidoro, vero deus ex machina del soggetto, la aiutano con la loro magia, scompariranno dalla sua vita quando smetterà di crederci. Il matrimonio che ella ottiene, disinteressato e basato sull’amore, è il frutto della sua bontà e della sua intelligenza e la renderà finalmente adulta. L’ingresso nel “principio di realtà” fa scomparire la magia ed è solo allora che Cenerentola si rende conto che non è stata la presenza della fata che l’ha resa libera e amata, ma la sua bontà, la sua virtù e la non scontata, e mai istintiva, capacità di perdonare.
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Direttore Claudio Gasparini
Giornalista, iscritto all'O.d.G. Veneto dal 1988, collaboro anche con altre testate giornalistiche cartacee, on-line e radiofoniche. Coautore del libro "Eccomi... una storia d'amore con Dio" pubblicato nel 2015. Cavaliere della Repubblica e dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Socio Lions, Officer e coordinatore della rivista distrettuale.