LA MALATTIA DA WEST – NILE VIRUS, UNA DELLE PIU’ DIFFUSE ARBOVIROSI

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LA MALATTIA DA WEST – NILE VIRUS, UNA DELLE PIU’ DIFFUSE ARBOVIROSI

Le arbovirosi, malattie trasmesse da vettori, costituiscono un crescente problema di sanità pubblica: il riscaldamento globale in atto, gli scambi commerciali fra paesi e il crescente numero di viaggiatori internazionali rappresentano importanti fattori di diffusione di vettori (organismi viventi che trasmettono agenti patogeni come batteri, virus o parassiti, da un ospite infetto a uno sano) e di patogeni trasmessi dagli stessi, da analizzare in ottica One Health (interconnessione tra salute umana, salute animale e tutela ambientale). Negli ultimi anni, in molti Paesi europei fra cui l’Italia, si è assistito ad un crescente numero di casi di malattia da virus di importazione quali Dengue, Chikungunya, Zika e da virus ormai endemici quali West – Nile virus, Usutu virus, virus dell’encefalite da zecca e Toscana virus. 

VIROLOGIA E EPIDEMIOLOGIA DI Wnv

Il West Nile Virus (Wnv), conosciuto anche come Virus del Nilo occidentale, è un virus a RNA a singolo filamento, facente parte della famiglia dei Flaviviridae, a cui appartengono anche i virus ZikaDengue ed HCV. È considerato, come Zika e Chikungunya, un arbovirus, causa di zoonosi trasmesse da vettori artropodi, in particolare zanzare e zecche.

 Isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, nel distretto West Nile, da cui prende il nome, il Wnv è diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America. Diversi lineages sono stati identificati in tutto il mondo, ma i ceppi responsabili di gravi epidemie sono attribuibili al Lineage 1 e al Lineage 2. Le analisi filogenetiche hanno rivelato che i ceppi circolanti in Europa ed appartenenti ai Lineage 1 e 2 provengono da un numero limitato di introduzioni indipendenti, molto probabilmente dall’Africa, seguite da diffusione ed endemizzazione locale. A partire dal primo isolamento virale avvenuto in Uganda nel 1937, sono state segnalate epidemie di Wnv in molti Paesi dell’Africa del Nord, Medio Oriente, negli Stati Uniti e in Europa, soprattutto nel bacino del Mediterraneo. Il primo focolaio in Italia è stato registrato in Toscana (Padule di Fucecchio), nel 1998, con 14 casi clinici in cavalli. Successivamente non sono stati osservati casi di West Nile Disease (WND) fino al mese agosto del 2008, e da allora se ne registrano ogni anno, soprattutto in Emilia Romagna, Veneto e Lombardia, che rappresentano le zone più colpite, e in misura minore anche in altre regioni come Lazio, Basilicata, Sicilia, Toscana, Molise, Puglia e Piemonte. Il West Nile Virus (WNV)  oggi è endemico in Asia, Australia, Africa ed Europa: è endemico in Italia. 

TRASMISSIONE 

L’infezione dal virus West Nile è una malattia virale trasmessa da zanzare infette del genere Culex, che pungono prevalentemente dal tramonto all’alba: la febbre West Nile Nile (West Nile Fever), pertanto, non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette. Il virus infetta, oltre l’uomo, anche altri mammiferi, soprattutto equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti e conigli. Ha come serbatoio alcuni tipi di uccelli (passeriformi e corvidi) e i mammiferi, tra cui l’uomo e il cavallo, sono soltanto ospiti occasionali. L’uomo, tuttavia, rappresenta l’ospite definitivo in quanto le concentrazioni virali sono troppo basse per infettare la zanzara. 

SINTOMATOLOGIA E PREVENZIONE

Il periodo di incubazione può variare dai 2 ai 14 giorni. Le forme sintomatiche si manifestano con sintomi simil-influenzali, febbre (>38°C), cefalea, dolori muscolo-articolari, raramente, rash cutaneo. Lo sviluppo di una sintomatologia più grave è molto raro e può presentarsi con febbre molto alta, disorientamento e confusione, convulsioni e torpore con sviluppo di meningite, paralisi flaccida o encefalite letale (circa 1 caso su 1000). Il rischio di tale sintomatologia aumenta con l’età. La sintomatologia nella maggior parte dei casi regredisce spontaneamente, mentre nei casi più gravi può essere necessario il ricovero in ospedale, dove i trattamenti somministrati comprendono fluidi intravenosi e respirazione assistita.

Al momento non esiste una terapia specifica né un vaccino per la febbre West Nile (sono attualmente allo studio dei vaccini). Ad oggi la prevenzione consiste essenzialmente nel ridurre l’esposizione alle punture di zanzara e nell’ostacolare la riproduzione delle stesse. Questo viene raggiunto attraverso:

  • utilizzare repellenti da utilizzare sulla pelle; 
  • indossare abiti, preferibilmente di colore chiaro, che coprano il corpo il più possibile (camicie a maniche lunghe e pantaloni lunghi), soprattutto durante le ore in cui il tipo di zanzara che trasporta il virus West Nile è più attivo (dal tramonto all’alba);
  • installare delle zanzariere alle finestre;
  • eliminare l’acqua stagnante.

SORVEGLIANZA

La sorveglianza, in Italia, è regolata dal Piano Nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle Arbovirosi 2020-2025, coordinato dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità.

La circolazione stagionale del virus è attesa e costantemente monitorata attraverso reti integrate di sorveglianza umana, veterinaria ed entomologica.  L’obiettivo è quello di individuare tempestivamente la presenza del virus nei territori, per limitare al massimo il rischio per la salute pubblica, intervenendo con attività di disinfestazione ambientale, affidate alle attività locali, e con misure di protezione individuale.

Le attività di sorveglianza nelle aree ad alto rischio comprendono la sorveglianza su uccelli stanziali di specie “bersaglio”, la cattura di zanzare oltre che le attività già previste per le aree a basso rischio come la sorveglianza entomologica, la sorveglianza su avicoli di allevamenti rurali o all’aperto e la sorveglianza dei casi di malattia neuro-invasiva e/o di infezioni recenti umane.

La prevenzione è l’arma più efficace che abbiamo contro le arbovirosi – dichiara Enrico Di Rosa, Presidente della Società Italiana d’Igiene – L’esperienza ci ha dimostrato che sottovalutare il rischio e non agire in modo tempestivo può portare a conseguenze sanitarie significative. È fondamentale che le Amministrazioni Locali si sentano pienamente coinvolte e responsabilizzate nell’attuazione del Piano Nazionale Prevenzione Arbovirosi, stanziando risorse adeguate e promuovendo la collaborazione tra i diversi attori del territorio”.

FONTI: 

https://www.salute.gov.it/new/sites/default/files/imported/C_17_opuscoliPoster_416_allegato.pdf

https://www.epicentro.iss.it/westnile/bollettino/Bollettino_WND_2025_03.pdf

https://sisp.aulss9.veneto.it/index.cfm?action=mys.apridoc&iddoc=14196

https://sisp.aulss9.veneto.it/Arbovirosi

https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_3515_allegato.pdf

https://www.ecdc.europa.eu/en/west-nile-virus-infection

https://www.cdc.gov/west-nile-virus/about/index.html

Come prevenire l’infezione – Ministero della Salute: https://www.salute.gov.it/new/sites/default/files/imported/C_17_opuscoliPoster_416_allegato.pdf

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Silvia Stefanini

Medico Chirurgo Spec. in Igiene e Medicina Preventiva, iscritta all’OMCeO di Verona. Socio SITI (Società Italiana di Igiene Medicina Preventiva e Sanità Pubblica), EUPHA (Società Europea di Sanità Pubblica) e SIMET (Società Italiana di Medicina Tropicale e Salute Globale). Ho eseguito attività di medicina territoriale per ULSS9 Scaligera di Verona e Azienda USL Toscana Sud-Est, attualmente lavoro presso AOUI Verona. Nel percorso universitario ho ricoperto ruoli di redattrice e speaker radiofonico per uRadio, web radio dell’Università degli Studi di Siena. Collaboro come co-redattrice al blog enogastronomico Bacche di Ginepro.

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