Buon pomeriggio Sig. Davide, giro la risposta dell'autore: Ravaro. Non so. è una foto di molti anni fa, forse tratta…
MALATTIE CARDIOVASCOLARI E STILE DI VITA: LA NUTRIZIONE
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MALATTIE CARDIOVASCOLARI E STILE DI VITA: LA NUTRIZIONE
Le patologie cardiovascolari, come la malattia coronarica e l’ictus sono le principali cause di morte e di perdita di anni di vita corretti per disabilità in tutto il mondo. Tali patologie e i fattori di rischio correlati sono in gran parte prevenibili mediante strategie di prevenzione primaria. Per migliorare la salute generale della popolazione e ridurre il carico di patologia (burden) è possibile agire su fattori di rischio modificabili, come la sedentarietà o la dieta.
Le modifiche comportamentali come l’interruzione dell’abitudine tabagica (fumo), l’incremento dell’attività fisica e l’adesione ad un regime dietetico “salutare” possono migliorare la salute cardiovascolare.
Le evidenze scientifiche attuali suggeriscono di evitare un introito calorico eccessivo (variabile in base al peso, altezza ed età del paziente), favorire un maggior consumo di alimenti vegetali, frutta fresca e secca, legumi, cereali integrali e pesce; consumare moderatamente prodotti caseari a basso contenuto di grassi e caffè; ridurre il consumo di carne rossa processata e non processata, carboidrati raffinati, sale e bevande zuccherate. Il consumo di alcol deve essere limitato a quantità basse-moderate.

Sebbene gli studi scientifici più rilevanti e le conoscenze in ambito nutrizionale siano importanti fattori in grado di influenzare le scelte alimentari, la scarsa disponibilità di cibo sano, i prezzi dei generi alimentari e i comportamenti sociali sono riconosciuti come cause potenziali di alimentazione scorretta, soprattutto nelle popolazioni a basso reddito. La maggiore convenienza economica dei cibi di bassa qualità rispetto a quelli di alta qualità può indurre l’individuo a scegliere opzioni alimentari meno salutari. Un altro importante fattore determinante dell’eccesso di obesità e adiposità (importanti fattori di rischio cardiovascolari) è il consumo di cibo fuori casa. In aggiunta, anche il branding e il marketing alimentari sono stati identificati come fattori che possono influenzare le scelte nutrizionali.
Le strategie di promozione di comportamenti sani dovrebbero includere formazione in materia di nutrizione e la disponibilità di alimenti sani a prezzi adeguati ed equi, limitando la commercializzazione di prodotti non salutari. La prevenzione da parte degli operatori sanitari e dietologi dovrebbe concentrarsi anche sul counseling alimentare e sulla qualità della dieta.
I macronutrienti principali in un regime dietetico sono: carboidrati, grassi e proteine. Tra questi, in termini di prevenzione CV (cardiovascolari), un ruolo da protagonisti lo rivestono gli acidi grassi alimentari. Il rischio cardiovascolare può essere ridotto tramite il ridotto apporto di acidi grassi saturi e con la loro sostituzione con una combinazione di PUFA (acidi grassi polinsaturi) e MUFA (acidi grassi monoinsaturi). Gli acidi grassi trans, invece, derivanti da oli vegetali parzialmente idrogenati, sono noti per gli eventi avversi sul profilo cardiovascolare.


Gli alimenti a base di cereali integrali presentano un basso indice glicemico (al contrario dei cereali raffinati). La crusca e il germe di grano presenti nei cereali integrali (rimossi invece nei carboidrati raffinati) sono ricchi di fibre, lignani, micronutrienti, acidi grassi, proteine e altri fitonutrienti, che riducono il picco glicemico postprandiale (periodo successivo al pasto). Il consumo di cereali integrali, come dimostrato da numerosi studi, è associato ad una ridotta mortalità per cause cardiovascolari, oltre che ad una minor rischio di sviluppare diabete mellito di tipo 2.


Studi sperimentali e trial clinici hanno mostrato che l’olio d’oliva, soprattutto la varietà extra vergine e vergine, grazie alle sue proprietà antiossidanti dei suoi polifenoli (idrossitirosolo e oleuropeina) è utile nella prevenzione delle patologie cardiovascolari nella riduzione dei fattori di rischio correlati. Frutta secca e legumi sono un’ottima fonte di acidi grassi insaturi, grassi vegetali, fibre, minerali e vitamine. Mangiare frequentemente frutta secca riduce i fattori di rischio cardiovascolare quali dislipidemia, diabete mellito tipo 2 e sindrome metabolica, riducendo la quota di trigliceridi nel sangue, il colesterolo totale e le lipoproteine a bassa densità.
Sia il pesce che i frutti di mare sono ricchi di proteine e sono una fonte importante di PUFA (acidi grassi polinsaturi), ovvero omega-3 e omega-6, molecole in grado di ridurre aritmie, trombosi, infiammazione, pressione arteriosa e modifica positivamente il profilo lipidico.
Numerosi studi, per contro, hanno dimostrato che l’eccessivo consumo di carne rossa, soprattutto se processata (hamburger, hot dog e salumi) è correlato ad un maggior rischio di sviluppo di tumori, malattie cardiovascolari e Diabete mellito di tipo 2 (DMT2). L’eccesso di ferro presente in questi alimenti può provocare stress ossidativo, infiammazione e aumento dei fattori di rischio cardiovascolare; inoltre la carne processata contiene quantità superiori di sale, che è causa di ipertensione arteriosa.

Le bevande salutari includono: acqua, tè e caffè. Il caffè contiene alte quantità di polifenoli e altri antiossidanti, magnesio, potassio e vitamina B3, che agiscono riducendo lo stress ossidativo e modulando il metabolismo glucidico e lipidico. Il consumo ottimale si stima essere compreso fra 3 e 5 tazzine al giorno. Allo stesso modo il consumo di tè (fino a 3 tazze di tè al giorno) è correlato ad una riduzione di insorgenza di patologie cardiovascolari (grazie ai flavonoidi in particolare il flavonolo).
Il consumo abituale ed eccessivo di alcol è, invece, associato ad effetti deleteri per la salute, con rischio elevato di cardiomiopatie, fibrillazione atriale, tumori e patologie epatiche.
Tuttavia, l’assunzione di alcol in moderate quantità (1 bicchiere a pasto come tipicamente accade nella dieta mediterranea) è stato associato all’aumento dei livelli di HDL e riduzione di fibrinogeno, con un’incidenza ridotta di diverse patologie cardiovascolari e mortalità ridotta cardiovascolare-correlata. Tali effetti sono stati osservati per il vino, sia bianco che rosso, per la birra e per alcuni liquori, grazie alla presenza di polifenoli e altri componenti bioattivi in queste bevande.
Le abitudini alimentari e il tipo di grassi consumati nell’area del Mediterraneo si sono dimostrate in grado di ridurre la mortalità da cause CV.

La Dieta Mediterranea è caratterizzata da un consumo abbondante di verdura, frutta, legumi, pesce, cereali integrali, frutta secca e olio d’oliva, un consumo moderato di latticini e vino e un ridotto consumo di carne processata e di cibi ad alto contenuto di zuccheri. Tali caratteristiche rendono la dieta mediterranea unica nel suo genere e strettamente correlata ad una riduzione di rischio di sviluppo di eventi cardiovascolari quali infarto del miocardio, ictus e morte per causa CV.
Inoltre, anche la dieta NORDIC, pattern dietetico che cerca di valorizzare i cibi locali e stagionali dei paesi scandinavi quali Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia, secondo studi controllati e randomizzati si è dimostrata efficace nel ridurre il peso corporeo e l’insulino-resistenza in individui affetti da obesità e da sindrome metabolica, oltre ad ottimizzare il profilo lipidico e a ridurre i fattori di rischio CV nella popolazione generale. La dieta Nordic è piuttosto simile alla Dieta Mediterranea in quanto comprende cereali integrali come orzo, segale e avena (a basso indice glicemico), frutti di bosco, verdure e vegetali, legumi, pesci grassi, crostacei e alghe, latticini a basso contenuto di grassi, favorendo un basso consumo di carne rossa e alimenti zuccherati.

In conclusione, le malattie cardiovascolari continuano ad essere le cause principali di morbidità e mortalità a livello mondiale. Tuttavia, esse sono ampiamente prevenibili tramite strategie specifiche mirate a ridurre le conseguenze di fattori di rischio quali obesità, ipertensione arteriosa, diabete e ipercolesterolemia e a migliorare la salute cardiovascolare tramite variazioni dello stile di vita. Gli sforzi in ambito di prevenzione da parte di medici, dietisti, operatori sanitari e autorità governative dovrebbero essere focalizzati sulla promozione di abitudini alimentari complessivamente più sane e su una migliore qualità della dieta.
FONTI:
https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_3128_allegato.pdf
https://www.iss.it/en/malattie-cardiovascolari
https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/i/indice-glicemico
https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/d/dieta-mediterranea
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Silvia Stefanini
Medico Chirurgo Spec. in Igiene e Medicina Preventiva, iscritta all’OMCeO di Verona. Socio SITI (Società Italiana di Igiene Medicina Preventiva e Sanità Pubblica), EUPHA (Società Europea di Sanità Pubblica) e SIMET (Società Italiana di Medicina Tropicale e Salute Globale). Ho eseguito attività di medicina territoriale per ULSS9 Scaligera di Verona e Azienda USL Toscana Sud-Est, attualmente lavoro presso AOUI Verona. Nel percorso universitario ho ricoperto ruoli di redattrice e speaker radiofonico per uRadio, web radio dell’Università degli Studi di Siena. Collaboro come co-redattrice al blog enogastronomico Bacche di Ginepro.