GIORNO DELLA MEMORIA

GIORNO DELLA MEMORIA

ALLE GOLOSINE IL RICORDO DEL PICCOLO DE SIMONE

Il Giorno della Memoria attraverso gli occhi dei bambini e delle bambine. Si è tenuta questa mattina, nel parco comunale di via Po a Golosine, la cerimonia commemorativa in ricordo del piccolo ebreo italiano Sergio De Simone, fra i 20 piccoli, dieci maschi e dieci femmine, di varia nazionalità europea, che furono deportati nel lager di Auschwitz-Birkenau e scelti come cavie per terribili sperimentazioni naziste, che li portarono alla morte.

Attorno al monumento dedicato a De Simone, dove è stata posizionata una corona d’alloro in ricordo delle vittime della Shoah, si sono radunati per l’occasione numerosi rappresentanti di associazioni ed istituzioni civili e militari. Presente anche l’assessora alle Politiche scolastiche Elisa La Paglia e il presidente della Circoscrizione 4^ Alberto Padovani.

“I testimoni che hanno vissuto sulla propria pelle queste atrocità sono sempre meno – ha ribadito l’assessora Elisa La Paglia –. Dobbiamo essere noi, quindi, i portatori e le portatrici di questa memoria, affinché non si perda e quanto è stato non possa ripetersi. È una storia dolorosa, che ha riguardato milioni di deportati, tra i quali anche 660 cittadini veronesi.

Quest’anno verrà creato un museo nella casa che si trova vicino al campo di concentramento di Auschwitz e nella quale, durante la guerra, visse tranquillamente, nella pseudo normalità di quel tempo, una famiglia tedesca che non fece mai nulla per impedire quanto accadeva. Un simbolo dell’indifferenza, che forse oggi è fra le cose che dobbiamo combattere più di ogni altra”.

Sergio De Simone

Era nato a Napoli il 29 novembre 1937. Le leggi antiebraiche del 1938 e la partenza del padre Edoardo per la guerra indussero sua mamma Gisella a tornare nella casa di famiglia a Fiume. Dapprima la vita sembrava scorrere serena, poi i bambini ebrei vennero espulsi dalle scuole e agli adulti fu impedito di lavorare.

Una segnalazione determinò la condanna di Sergio e della sua famiglia: furono tutti deportati prima alla Risiera di San Sabba e in seguito, il 29 marzo 1944, ad Auschwitz dove la nonna fu subito inviata alle camere a gas e bambini e mamme vennero separati.

Alla fine del conflitto la mamma, la sorella e le cugine tornarono a casa. Sergio no: venne ‘visitato’ dal tristemente famoso dottor Mengele e non tornò a casa.

Una fredda mattina del novembre 1944 il dottor Mengele, entrato nella baracca dei bambini, a loro si rivolse dicendo: ‘Chi vuole rivedere la mamma faccia un passo avanti!’.

Sergio de Simone sarà uno dei 20 bambini cavie umane di esperimenti per trovare un vaccino per la tubercolosi; il 20 aprile del 1945 i bambini furono tutti assassinati a Bullenhuser Damm per cancellare le prove dei crimini nazisti. 

La vicenda fu scoperta dalle autorità tedesche e solo nel 1983 la madre (sopravvissuta ad Auschwitz) poté conoscere la verità sul figlio. 

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Direttore Claudio Gasparini

Giornalista, iscritto all'O.d.G. Veneto dal 1988, collaboro anche con altre testate giornalistiche cartacee, on-line e radiofoniche. Coautore del libro "Eccomi... una storia d'amore con Dio" pubblicato nel 2015. Cavaliere della Repubblica e dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Socio Lions, Officer e coordinatore della rivista distrettuale.

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  1. Questo articolo rispecchia e amplifica il mio percorso per mettermi in gioco e provare a fare un'opera astratta.. molto bello,…